Strider è un remake fast and furious del cabinato ’89, con una pennellata di backtracking
Stile grafico futuristico contaminato da elementi dal medioevo asiatico
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Buoni effetti di luce |
Per non farsi mancare nulla anche qui ritroviamo delle sorti di zombie, che personalmente avrei evitato d’inserire soffermandomi più sulla caratterizzazione sci-fi.
Strider è un arcade andrenalinico
Gameplay: veloce adrenalinico sin dalle prime fasi, rese complicate da una barra della salute risicata: dovete muovervi velocemente - sfruttando anche la verticalità degli scenari grazie al rampino - verso gli avversari, a testa alta, deviando o eludendo proiettili e attacchi melée. Le abilità sono ben diversificate nella forma, anche se il numero non impressiona: l’attacco a breve distanza è affidato allo Cypher, una speciale spada; dalla distanza intervengono i Kunai, delle sorte di dardi. Ma per entrambe le tipologie esistono 4 varianti (congelamento, rimbalzo, esplosive e magnetiche) a seconda del potere imbracciato. Potere evidenziato stilisticamente dai diversi colori della sciarpa (stilizzata al neon), accoccolata al collo di Hyriu. Esistono anche 3 abilità speciali (d’attacco e difesa), anch’esse stilisticamente ricercate, il cui uso devastante è limitato da una seconda barra d’energia.
Di notevole efficacia la “catapulta al plasma”
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Buona cura dei particolari |
Le tacche delle 2 barre (poteri e abilità speciali) sono centellinate nel corso dell’avventura, e non tutti questi elementi li otterrete nella loro massima espressione: a meno che non vi dedichiate all’esplorazione. Ecco che entra in gioco il backtracking – alcune zone saranno accessibili solo se appreso un particolare potenziamento - coadiuvato dal respawn selvaggio: attenuato dal recupero parziale della salute abbattendo i nemici.
Personalmente non vado matto per il respawn, ma va sottolineato come nella fase avanzata sarete molto più forti, quindi potrete semplicemente scappare, senza attaccare battaglia con i fastidiosi sottoposti. Vi consiglio di posticipare dunque l’esplorazione fino al momento precedente l’inizio dell’atto finale.
Per i completisti, poi, ci sono: costumi, bozzetti, e sfide da recuperare per una immedesimazione maggiore; tuttavia questi elementi risultano evidenziati sulla mappa, una volta scoperto ogni anfratto.
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Recensione di Strider - LucullusGames |
I.A: la difficoltà di Strider è alta, anche se inferiore al predecessore. I pattern d’attacco avversari sono semplici per la maggior parte dei molti boss a disposizione, anche se alcuni personaggi brillano di luce propria. Se fosse stata riposta la stessa cura per la caratterizzazione dei combattimenti anche per i restanti avversari, ci saremmo trovati davanti ad un’eccellenza.
Se con i normali nemici e mini boss (mach poco raccomandabili) il titolo assume le vesti di un hack ’n’ slash; la situazione con alcuni veri Boss muta drasticamente: bisogna studiare l’ambiente circostante, sfruttando ripari; carpire le debolezze dell’avversario, scegliere il momento giusto per attaccare e muoversi molto. In queste circostanze l’approccio alla rambo porterà solo a morte certa.
Strider è un'operazione riuscita: il mio unico rammarico è nelle Boss Fight non sempre emozionanti
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Ottima sensazione di profondità |
Comparto grafico: gli stage sono ben diversificati tra loro, meno al loro interno. La paletta cromatica vira bruscamente fra interni ed esterni, regalando a volte un colpo d’occhio impressionante, intervallato però da stanze decisamente asettiche. Dove le pennellate al neon non si estendono arriva una prospettiva in secondo piano, in grado di allargare gli spazi e donare vitalità e spazialità, corredata da effetti in cel shading. Si passa così dai sobborghi grigi ai caldi terrazzi e guglie della zona più ricca fino a recinzioni al plasma, fortezze terrestri e spaziali e… Scoprite il resto da voi, non voglio rovinarvi la sorpresa :)
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Sono cintura Nera di.... Insomma non farmi arrabbiare |
Comparto tecnico: gli elementi scriptati per pulvisolo ed esplosioni sono di buona fattura; ottimi gli effetti riflessi, con marmi lucidi nella pavimentazione di zone lussuose. Le texture sono buone in-game meno nelle cut-scenes dove il numero dei poligoni e la definizione dei contorni viene meno. Eccellente l’uso della telecamera dinamica che non è mai fastidiosa, pur prendendosi delle libertà per donare un effetto cinematografico all’azione. I controlli sono precisi e la fluidità è massima, con frame granitici.
Comparto audio: doppiaggio discreto, le battute non brillano per arguzia. Effettistica più che sufficiente. Si sente la mancanza di una colonna sonora più incisiva; tipica di questo genere di produzioni.
Titolo: Strider
Genere: Action-Platform
Sviluppatore: Double Helix Games
Editore: Capcom
Data di rilascio su pc: 19 febbraio 2014
Commento finale: Strider è un Action in 2.5D dal ritmo veloce con un’anima arcade, immediato nelle meccaniche, ma da non prendere sotto gamba. L’impegno per modernizzare un classico è di solito una sfida ardua, ma Double Helix ha centrato l’obiettivo; magari fossero così tutti questi progetti. Il team, però ci lascia sul mercato Pc, accettando di lavorare alla console di Amazon. Auguri per le prossime opere.
Pro:
- Atmosfera sci-fi
- Sistema di crescita del personaggio
- Colori ed effetti particellari
Contro:
- Alcune Boss Fight non sono stimolanti
- Respawn selvaggio
Voto 8
Fonte immagine principale: Google
Fonte altre immagini: Screenshot personali