Recensione di Homefront

Homefront materializza l'incubo americano per antonomasia: gli States sono invasi e conquistati



Homefront. Precedentemente al cinema


Goliath
Nel 1984 il regista e sceneggiatore John Milius materializzava il terribile scenario dell'invasione americana, ambientata nel 1989, U.R.S.S., Nicaragua e Cuba in un attacco coordinato prendevano possesso di una cittadina del Colorado. 27 anni dopo lo scenario si ripropone in ambiente videoludico, aggiornando anno e contesto fantapolico, del resto di mezzo c'è il crollo del muro e le vicende del 11 settembre. Dunque siamo nel 2027, sempre in Colorado ma il nemico stavolta è la Corea riunificata, che approfitta della crisi energetica e di un'epidemia sul suolo a stelle e strisce per invaderlo e prenderne possesso in 3 anni.

supporto dall'alto


Siamo di fronte ad un Fps per alcuni versi atipico


Homefront è fortemente story-driven, ci sono scelte psicologiche sottili e impatti visivi; vengono colpiti i simboli americani di prosperità che crollano sotto la cruda invasione asiatica: campi di football diventano fosse comuni e grandi magazzini si trasformano in terreni da battaglia.

azioni di guerriglia
Il plot narrativo riesce a cambiare sapientemente il ritmo nelle diverse fasi della storia: così dopo il recupero del nostro personaggio, un aviatore statunitense, ad opera della resistenza affronteremo evocativi scenari dell'occupazione come campi di prigionia e covi di cellule del fronte di liberazione. Ci toccherà usare preziose risorse tattiche come il Goliath per sbaragliare gli Npc e proseguire il nostro viaggio verso il Golden Gate Bridge di San Francisco tra carri armati e torrette nemiche. Spettacolare la fase a bordo dell'elicottero, il cui unico difetto sarà la breve durata. Da menzionare l'intelligente quanto riuscita sezione in cui vestiremo i panni di un cecchino per liberare il passaggio al nostro commando e l'incontro con dei peppers.

le strade sono terreno di caccia
Gameplaytradizionale. Non ci sono innovazioni nelle meccaniche, non c'è un vero e proprio sistema di coperture: possiamo abbassarci o porci proni a fil d'erba. Di rado ci viene chiesto di liberare dei blocchi con precise azioni che rappresentano in alcuni casi, le poche sezioni in cui avremo una blanda libertà nelle manovre tattiche. Per il resto risulterà scriptato, con ordini ben precisi sulla strada da percorrere e azioni da compiere; spesso non siamo in grado neanche di aprire da soli le porte, dovremo aspettare l'arrivo dei compagni.
I nostri colleghi principali non possono morire, scelta discutibile; noi invece, soprattutto se opterete per livelli alti di difficoltà, saremo chiamati a ripetere delle intere sezioni di checkpoint in caso di morte, peraltro non rara vista l'estrema precisione degli avversari.

Recensione di Homefront - LucullusGames


Un'esperienza corta ma intensa


Longevità: il Singleplayer è ai minimi storici con 4-5 ore, da elevare se optate per livelli di difficoltà più alti.
campo base
Il Multiplayer di Homefront è interessante: povero di modalità (Deathmach e Groud Control) e mappe, ma impreziosito da tecniche anti-camperaggio e dai Battle Points. Questi ultimi sono dei punti esperienza da spendere subito in perks o accumulare per l'acquisto di mezzi terrestri o aerei rendendovi notevolmente più cattivi. Per arginare la potenza di fuoco acquisita dai più bravi entra in gioco il Battle Commander che indica, di volta in volta, la posizione del miglior giocatore: per incentivare gli avversari al contrasto.

Comparto grafico: è il secondo punto a favore del titolo dopo la narrazione. Se ci trovassimo di fronte ad un film dovremo fare i complimenti al fotografo, la scelta dei colori è azzeccatissima per il tema e ci cattura nell'immedesimazione. In generale le texture ambientali non sono in alta risoluzione, ma l'estrema cura dei particolari a schermo rende il paesaggio una sorta di foto in sequenza; arricchisce questa impressione la scarsa interazione ambientale e una riscrittura dell'Unreal Engine 3; che così mascherato quasi non si riconosce.

Comparto tecnico: ci restituisce un'estrema fluidità nei fotogrammi e un ampio orizzonte visivo. La scelta stilistica adottata dai Kaos Studio punta al dualismo staticità ambientale-alto ritmo nel gameplay e proprio la staticità si concretizza nel mettere da parte tecniche come il soft shadow ma riesce anche renderci chiara l'idea che non c'è tempo per la contemplazione; lo scenario terroristico ha la precedenza. Da segnalare una leggera compenetrazione poligonale che in rari casi il nemico sembra sfruttare per colpirci a fil di muro od oltrepassarlo con i colpi.

Comparto audio: buono; d'atmosfera la colonna sonora, e molto buono il doppiaggio in italiano.

Titolo: Homefront
Genere: Rpg isometrico
Sviluppatore: Kaos Studios
Editore: Deep Silver (in origine Thq)
Data di rilascio su pc: 14 marzo 2011

Commento finale: Se avete voglia di immedesimarvi in un background nuovo, in ambito videoludico, con una narrativa curata, allora date un'opportunità a Homefront, titolo Thq; se però cercate un fps dal gameplay ricco di opportunità tattiche, o di grande libertà d'approccio, allora rivolgetevi ad altri giochi: questo è molto scriptato.


Pro:

  • Scenografia
  • Contesto narrativo


Contro: 

  • Longevità campagna single-player
  • Meccaniche non innovative


Voto 7,5



Fonte immagini: Google